Calcolo riscaldamenti condominio: scopri se stai pagando il giusto, come funziona

Molti cittadini si chiedono cosa dicono le disposizioni in vigore in relazione alla suddivisione dei costi dei riscaldamenti per i condomini: tutto quello che c’è da sapere.

L’autunno è ormai entrato nel vivo e in gran parte della Penisola le temperature si sono notevolmente abbassate. Considerato il freddo, secondo le disposizioni nazionali, già in alcune aree del Paese, a breve sarà possibile accendere i riscaldamenti.

Condominio palazzo termosifone
Calcolo riscaldamenti condominio: scopri se stai pagando il giusto, come funziona (Osteriamammamia.it)

Le normative riguardano anche i condomini in cui sono installati impianti centralizzati. A differenza di quelli classici, questi sistemi vengono gestiti collettivamente: le fasce di accensione e spegnimento possono essere stabilite in assemblea condominiale o dallo stesso regolamento condominiale. Una delle domande più frequenti, in questi casi, è come vengano ripartite le spese di riscaldamento. Capiamo cosa dicono le normative in merito.

Riscaldamenti, come vengono ripartite le spese in condominio

Con l’arrivo dell’autunno, i cittadini italiani pensano all’accensione dei riscaldamenti e alle relative spese, considerati i rincari registratisi in questi ultimi anni. A differenza di chi dispone di impianti tradizionali, per i residenti nei condomini con sistemi centralizzati la ripartizione viene delle spese segue delle determinate normative.

Persona tocca termosifone
Riscaldamenti, come vengono ripartite le spese in condominio (Osteriamammamia.it)

La normativa in merito è stata introdotta mediante il decreto legislativo n. 73/2020, entrato in vigore il 29 luglio 2020. Secondo il decreto, almeno il 50% dei costi per i consumi dei riscaldamenti deve essere ripartito tra i residenti nello stabile, mentre la restante parte, che fa riferimento ai consumi involontari, può essere divisa tenendo conto dei millesimi o dei metri cubi consumati o in base alle potenze degli impianti installati. In sintesi, dunque, le spese sono divise in due quote pari al 50%: fissa e variabile. La prima è relativa ai prelievi volontari da parte degli utenti e dall’uso dei riscaldamenti, mentre la seconda dai prelievi involontari, come ad esempio le dispersioni di calore.

Inoltre, stando ad una direttiva europea, per i sistemi dotati di contabilizzatori di calore visibili da remoto, i consumi devono essere comunicati ogni mese ai singoli condomini.

Per quanto concerne l’accensione e lo spegnimento è anche bene conoscere le disposizioni a livello nazionale. In particolare, la penisola è suddivisa in sei aree climatiche (da A e F) e per ognuna di esse sono stabilite delle date per l’accensione, lo spegnimento e la durata di utilizzo dei termosifoni. Chi non rispetta queste norme rischia delle pesanti sanzioni, il cui importo può arrivare sino a 3mila euro. A questo importo possono aggiungersi le multe stabilite a livello locale che possono arrivare sino a 800 euro.

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