Vivi lontano e non hai voglia di vedere i tuoi genitori? Per la psicologia significa…

Il figlio che vive lontano dalla famiglia di origine e che scopre di non aver tanta voglia di viaggiare per tornare dai genitori si sente spesso in colpa…

Culturalmente, in Italia diamo molto peso al legame familiare. I genitori continuano a preoccuparsi dei figli anche quando questi vivono lontano, sono ormai totalmente indipendenti e hanno magari poco tempo o poca voglia di preoccuparsi della famiglia di origine. Molti figli, nonostante la distanza geografica che li separa dei genitori, sembrano incapaci di staccarsi mentalmente e moralmente dal ruolo di prole da accudire.

Ragazza scossa con le mani sulla fronte
Vivi lontano e non hai voglia di vedere i tuoi genitori? Per la psicologia significa… – osteriamammamia.it

Talvolta, è il figlio a doversi preoccupare del benessere dei genitori, ormai anziani. In un senso o nell’altro, continua dunque a sussistere una corrispondenza, un bisogno di attenzione e prossimità. Quando i figli diventano adulti e si trasferiscono altrove, magari per lavoro, per studio, per amore o per scelta di vita, la casa dei genitori può restare comunque un punto di riferimento fondamentale, tanto a livello emotivo quanto a livello pratico. C’è chi si fa ore di treno per tornare a casa dei suoi almeno una volta al mese. E poi c’è chi non può rinunciare al ritorno dai genitori durante le feste. E quando non si riesce, subentra sempre un senso colpa.

Altrove, tali sentimenti sono quasi del tutto sconosciuti. Per le culture del Nord Europa è normale che un figlio, compiuta la maggior età si faccia la sua vita e dimentichi un po’ i genitori… Da noi in Italia, invece, il legame resta sempre forte. La particolare dinamica affettiva che tiene legati genitori e figli anche quando il figlio vive lontano è pure culturale e strutturale.

Il figlio lontano che si sente in colpa nei confronti dei genitori quando non va a trovarli

Casa dei genitori è per tutti quanti il luogo dove si torna nei momenti di crisi, dove si riceve aiuto morale ed economico. Il senso di colpa che assale il figlio che non riesce a essere presente per i propri genitori non è però sempre legata all’oggi, cioè alla contingenza. La psicologia potrebbe per esempio spiegare che questi sentimenti sono in molti casi il riflesso di una ferita antica, silenziosa, sedimentata nel tempo.

Un uomo che si preme le dita alle radici del naso
Il figlio lontano che si sente in colpa nei confronti dei genitori quando non va a trovarli – osteriamammamia.it

Non c’è nulla di mostruoso nella volontà di allontanarsi o di restare un po’ staccati. Lo si può fare fisicamente, emotivamente e simbolicamente. La lontananza non deve essere intesa come disamore. Specie quando il distacco è una forma di autodifesa. Il figlio che da bambino ha percepito delle assenze, ha intuito freddezza o incomprensione da parte dei genitori può infatti aver sviluppato una sorta di desiderio di distanza per proteggersi. Da adulto, quella distanza diventa più pratica. E funzionerà come una zona neutra, uno spazio dove poter respirare senza dover affrontare il dolore per ciò che è mancato.

In quest’ottica il senso di colpa non è solo formale o inculcato dai valori comuni. Potrebbe trattarsi di un’emozione che trascende l’obbligo morale. In qualche caso, ci si allontana istintivamente per proteggersi, per dare forza a quel bambino che avrebbe voluto essere visto, ascoltato e abbracciato di più. E poi arriva il senso di colpa. Chi sente di non essere stato curato abbastanza comincia a sentirsi in debito. Non verso i genitori. Verso sé stesso. E allora sente ancora più forte il senso del dovere. E cerca di compensare, di riparare, di essere sempre presente e corretto, in modo da colmare quel vuoto.

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